martedì 15 dicembre 2009

15 dicembre

15 dicembre.. è arrivato. Sono in aeroporto a Tallinn, il volo parte fra 50 minuti. Ritorno in Italia dopo 90 giorni, e so che tutto sarà straordinariamente uguale e ai miei occhi straordinariamente diverso. approfitto di questi 50 minuti per fare un piccolo bilancio non tanto dei primi tre mesi di questa avventura baltica, quanto del 2009. Un anno di transizione, di viaggio, di cambiamento. Sicuramente di consapevolezza, o almeno a quella stiamo tendendo. Ricordi bellissimi e momenti di difficoltà..ogni viaggio è un alternarsi continuo di alti e bassi. ed è bene ricordarsi che quando ci si sente infallibilmente sicuri non si può che sbagliare, e quando si pensa di aver perso tutto si può solo guadagnare. L'equilibrio passa per gli estremi. L'equilibrio è vicino alle radici, i rami possono andare lontano ma sono esposti, a volte troppo.
E' stato l'anno della decisione del cambio di lavoro. La banca è una buona scuola, insegna forma, educazione, metodo, rigore. Ma non era decisamente la mia strada. Per fortuna ho incontrato persone importanti che mi hanno "formato" nel senso di dato forma e modo di ragionare su di me e su di loro. Ringrazio Luca Z. e Luca M., tutti e due allo stesso modo. Cosi diversi e cosi forti, entrambi. Due maestri, entrambi.
Il 2009 è stato l'anno di solitudine dopo tre anni di vita di coppia. Non si possono fare paragoni, i paragoni non reggono. Dico spesso a me stesso che è stata una necessità il fare un passo indietro per poter fare il prossimo in avanti con assoluta decisione. E ferma consapevolezza.
E' stato l'anno della Campagnolo delle lacrime, dell'arrivo più bello che Piazza Maggiore abbia mai visto. E' stato l'anno della consacrazione di un'amicizia che durerà per sempre, perche fatta di una lingua magica e a volte silenziosa.
E' stato l'anno nel quale, perduto, ho trovato delle guide, dei maestri. Persone più grandi di me, che con semplicità mi stanno suggerendo la via. Andrea e Ivan non si conoscono ma spero di regalare presto a entrambi il dono di conoscere l'altro.
Ora si torna a casa per tre settimane. Ritrovo tutto quello che ho lasciato.
Ritrovo per primo Fabrizio, l'ultimo amico in ordine di tempo che grazie alla bici ho incontrato. Mi sembra di conoscerti da sempre caro Fabrizio, e l'affetto con il quale mi sei stato vicino questi tre mesi è cemento per il nostro rapporto. Domani 9,30 incontro!
Ritrovo la famiglia, mamma papà Arianna, con i quali ho tanta voglia di passare il Natale.
Ritrovo gli amici, uno piu importante dell'altro.
Ritrovo le colline, la bici, l'osteria senz'oste, la Bonnie in garage.

mercoledì 2 dicembre 2009

il cuora si infervora

E' già il 2 dicembre, la mia mente deve rimanere concentrata sull'Estonie e su Vigala ancora per una decina di giorni prima di ritornare in Italia per una pausa natalizia. L'hanno scorso il Natale in me non aveva suscitato nessun entusiasmo. Non era un momento che aspettassi con interesse, nè, forse, c'era granchè da festeggiare.
Giusto un anno fa, nel mio paniere, c'erano un bel po di uova rotte. E per essere felici a Natale ci deve essere serenità, prima di tutto. Poi ci deve essere un motivo, o più di uno, per attendere il momento in modo particolare.
Quest'anno di motivi ce ne sono tanti, e posso dire: finalmente il Natale sta arrivando.
Mi sto preparando allo sbarco in Veneto sotto vari fronti: sto organizzando le mie sere e le mie giornate con Voi amici, sto pedalando finalmente sul Realtour (bellissimo! attento Fabri...), e sto ricominciando a leggere con passione le vicende italiche. Soprattutto la politica ovviamente, passione da sempre coltivata, più o meno direttamente.
E sto riscoprendo un cuore politico attivo, che ha voglia di infervorarsi se necessario. Oggi mentre pranzavo ho letto Corriere e Repubblica in rete e ho visto i due video di Fini, quello con il Procuratore di Pescara e il suo intervento a Ballarò.
Questo non è un blog di politica quindi non esprimerò opinioni o giudizi personali. Certo è che siamo in balia delle onde e il mare sta diventando sempre più grosso, il potere polarizza, i piccoli cercano protezione difendendo il padrone, chi ha rispetto per le istituzioni ed è egli stesso istituzione viene messo alla porta, poco gradito.
Italiani, cerchiamo di fare un passo indietro per vedere la scena in modo il più possibile completo. Finchè siamo rapiti dai colori e subiamo il fascino dello schermo qualcosa ci sfuggirà, sempre. E i burattinai continueranno a muoverci a loro piacimento.


"..e cambiano i governi ed il nemico gli sorride in silenzio
protetto dalla logica del tacito consenso di chi gode
di questa situazione che fa comodo a tanti
tenere alto il livello di paura e le coscienze ignoranti
paura della povertà paura dell'ignoto
paura di trovarsi di fronte al grande vuoto di se stessi
con la coscienza critica in stato di assoluta catalessi
sconfiggere il nemico è guardarsi dentro
cercare il proprio centro e dargli vita
come a un fuoco quasi spento
renderlo vivo dargli movimento
il nemico si nasconde spesso in quello che crediamo
nei moralismi ipocriti
e nelle trasgressioni controllate e organizzate
nelle droghe illegali e sottobanco ben distribuite
il nemico crea falsi nemici per farsi scudo e apparir perbene
modellerà il suo aspetto e prenderà la forma di ciò che lo contiene
spacciandosi per libertà ti legherà con le sue catene .." Lorenzo Cherubini



mercoledì 25 novembre 2009

Più luce, please!

Oggi ho imparato. Sarà uno di quei giorni nei quali, una volta messa la testa sul cuscino, dirò: "ok, la giornata è stata un passo in avanti importante".
Alle 14.30 avevo appuntamento con il nostro caro Jaak, però non nel suo ufficio in Paldiski Mantee ma in ospedale. Si, Jaak è lì da un bel pò, almeno 15 giorni, perchè non sta troppo bene. Ha avuto ad agosto un infezione alla gamba che poteva costargli cara, sembrava tutto passato, ma una banale influenza lo ha debilitato e il virus dell'infezione (che era rimasto latente) si è diffuso. Almeno così mi ha spiegato nel nostro ingl-estone.
L'ospedale di Müstamäe è il più grande dell'Estonia, un palazzone bianco con qualche riga verticale rossa. Jaak mi aspetta nella lobby, l'entrata. E' al telefono quando arrivo, seduto su una carrozzina. Il suo piede è ancora fasciato, la faccia molto provata, pallida, le gambe sono sottili, ormai immobili da tanti giorni. Sono stato male per lui nel vederlo così, è un ragazzaccio giovane, compie 40 anni fra pochi giorni. Mi son venute subito in mente due cose, due flash paralleli: i suoi racconti di quand'era nuotatore nella nazionale estone, e il nonno Gino.
Jaak, un omone di 190 cm e forse più, ai tempi della CCCP era nella nazionale di nuoto del distretto dell'Estonia (ovviamente non era indipendente ancora). Mi ha raccontato dei suoi ritiri in Siberia, delle gare, di com'era forte in quegli anni. E mi ha detto tante volte che tutti i suoi compagni di nuoto di allora sono diventati persone importanti in Estonia negli affari perche lo sport come l'hanno fatto loro è stata una grande scuola.
E il nonno Gino per analogia, l'unica e ultima persona vicina a me che ho visto seduto in una carrozzina. I suoi occhi e gli occhi di Jaak erano gli stessi, un po lucidi, a dire:"tu non sai quanto male si sta a guardare il mondo e non poterlo camminare".
E' proprio così, io non lo so. Mi è sempre andato tutto bene, ho potuto scegliere ogni giorno se stare disteso, seduto o se alzarmi in piedi, camminare, correre, viaggiare. La possibilità di scegliere è ciò che rende una persona felice, libera e serena.
Il nostro incontro di due orette è stato tutto fuorchè un lamentarsi da parte sua della sua condizione. Lui, ex CEO di Saku Brewery (fa conto la Peroni italiana) e Kalev Land (fa conto la Ferrero italiana), è andato dritto ai punti di cui dovevamo discutere, abbiamo organizzato gli incontri a Tartu di venerdì, abbiamo concluso il contratto con Stockmann Riga, abbiamo pianificato le prossime mosse su Tallinn. In più, domenica pomeriggio, ritornerò a trovarlo per finire insieme la presentazione per l'EAS, l'importantissimo incontro di lunedì.
Tutto come se fossimo nel suo ufficio, in Paldinski Mantee.
Inutile dire che l'ho ammirato per la sua grande forza di volontà e il suo spirito da guerriero, da atleta.
Grazie per quello che stai facendo, caro Jaak.
Cambiando discorso, oggi davvero qualcuno si è dimenticato di accendere la luce..a mezzogiorno sembravano le 16 e alle 15 faceva buio..e in più mi si son bruciate due lampadine (non una!!) in cucina.. ho fatto qualcosa di male all'Enel Estone??

domenica 22 novembre 2009

buio

Ormai sta diventando un appuntamento domenicale e la cosa non mi dispiace. Ancora tre domeniche, oltre a questa, mi separano dal Natale italiano. Ci sto pensando da qualche giorno al mio ritorno, forse è un segnale importante per il mio futuro. Quando si è distanti dalle proprie cose, da ciò che ci è familiare, dalla consuetudine..beh è lì che si capisce cosa sono le radici. Più sono forti e più l'albero può andare lontano e crescere ma l'occhio alla terra dov'è piantato cade spesso.
Qui, dopo la prima nevicata 20 giorni fa, sembra tornato il mite autunno: 6-7-8 gradi, giornate nuvolose, qualche squarcio di sole. Quel che invece diventa sempre più presente è il buio, già alle 15.30 inizia il tramonto, alle 16 scende la notte. La cosa che più impressiona però è quanta poca luce ci sia anche durante il giorno: il sole sembra addormentato, sembra sbadigliare, non ha proprio voglia di illuminare il mar Baltico. E manca ancora un mese al solstizio..per fortuna sarò in Veneto, allora!
Ho iniziato il livello 2 di lingua estone! Da 5 alunni siamo passati a 3 e sono l'unico ad aver continuato..gli altri due sono teteski appena usciti dalle SS (un avvocato e una ricercatrice di biologia). Diciamo che il ritmo latino-mediterraneo dei turchi, spagnoli e brasiliani se n'è andato.. peccato..
Però mi rendo conto che sto macinando chilometri linguisticamente parlando: ora riesco a comprendere il 50-60% di un testo, il 10-20% di un discorso origliato ai vicini di tavolo al ristorante. Il problema è parlare, la grammatica ancora è scarsetta e il lessico va sviluppato.. vedremo a marzo dopo la fine del secondo corso come saremo.
Da domani partono due settimane impegnative lavorativamente parlando: il nostro caro Jaak è in ospedale, sembra per un infezione e ne avrà ancora per un po. Sicchè, conscio del fatto che Vigala non puo attendere la sua guarigione senza muoversi sul mercato, mi ha organizzato le due settimane prossime in modo da incontrare tutti i clienti che lui avrebbe incontrato. E' un bel segnale di fiducia. Il mercato è nelle mie mani! Farò un altro giretto a Riga mi sa, attendiamo poi notizie positive da Helsinki. Lunedì 30 invece vado a trovare gli amici di EAS, l'organizzazione che gestisce i finanziamenti europei per le imprese estoni: mi sto preparando bene all'incontro perchè un occasione importantissima per Vigala per ottenere fondi sia per progetti che riguardano la produzione (consulenze, macchinari..) che per questioni di mercato (nuovo logo, incentivi all'export).
Tre settimane al rientro ma tre settimane importanti, potrò pensare al Veneto solo alla sera, durante il giorno testa ben concentrata sul pezzo.
Avanti così!
ps: wend di doppietta ciclistica (sabato e domenica).. a gennaio dovranno riasfaltare le strade della Marca :) (un abbraccio a Fabrizio..aspettami amico mio!)

domenica 15 novembre 2009

ibridi

Oggi nel bosco di Harku mi aspettavo di vedere un sentiero fangoso invece già era tutto bianco, pronto per lo sci da fondo. Ma siccome ormai ero li, non con la mtb ma con le scarpe da corsa, mi son buttato nella mischia. Diciamo che la situazione era abbastanza ibrida: poca neve per sciare, troppa per fare mtb, scivolosa per correre. Eppure erano ben rappresentate sul circuito tutte e tre le specialità, ognuna a disagio perchè le condizioni non erano ben definite.
Dopo 15 giorni senza sport all'aria aperta avevo bisogno di riprendere il contatto con la Natura. La palestra è molto ripetitiva, non è il mio ambiente anche se ogni animale deve saper adattarsi e io cerco di farlo.
Mi sembra passato un giorno da quando ho salutato i miei genitori, invece è passata già una settimana. Vedere mamma papà e Arianna mi ha fatto proprio bene, quando li ho visti ho sentito qualcosa di primordiale muoversi dentro di me. I due giorni e mezzo con loro sono stati molto piacevoli, sono contento si siano tranquillizzati vedendo che la città è ospitale e vivibile come avevo sempre raccontato.
Ora mancano esattamente 30 giorni al rientro, non aspetto il momento ma son sicuro che sarò felice quando arriverà.
Ieri il mio primo movie in inglese, per fortuna i sottotitoli in estone aiutavano :)
2012, per chi vuole andarlo a vedere non dico niente, per chi non vuole andarlo a vedere direi che sono 2:37 ore di film, cioè 157 minuti. Considerando che il biglietto è costato 75 corone ma l'ho pagato 100 perchè Jei l'americano non mi ha dato il mio resto, posso affermare di aver speso 0,64 corone per ogni minuto di proiezione. Si è vero, il costo opportunità non è poi così alto ma il film è una ciofeca, effetti speciali alla Indipendence Day e poco altro. Lato molto positivo l'aver capito il 90% dei dialoghi.
Dopo la corsa nel bosco stamattina mi son proiettato (nel senso che ero in ritardo e son dovuto andar come un proiettile) da EST Trans, azienda di trasporti alimentari per portare dei campioni di mozzarelline da 6gr che domani devono essere a TUUSULA, Finladia. E' stato molto agevole spiegarsi con un camionista russo, forse Mauro Barbisan avrebbe saputo incrociare piu parole. Io gli ho solo detto 5-6 volte "spassiba" (vuol dire grazie, non ho i caratteri cirillici qui...), l'indirizzo era scritto sulla scatola. Mi sembrava convinto, speremo ben!

mercoledì 4 novembre 2009

la nuova settimana

Sabato mattina mi ritrovo a Tallinn, abituato ai ritmi di Vigala. Il modo migliore per riadattarsi alla civiltà è scappare nei boschi con le due ruote a pedali. Freddo becco ma il piacere di far girare i pedali è sempre indescrivibile, ad ogni latitudine, su ogni terreno, ad ogni temperatura. Ho un po di ruggine addosso, qualche bikers estone mi lancia la sfida e sulle rampette devo alzare bandiera bianca un paio di volte. Ma soprattutto alzo bandiera bianca quando vedo loro, a -4, senza guanti. W l'antigelo da bere.
Dopo la bici riscopro com'è comodo e piacevole abitare in città..
Questa settimana è stata la più ricca di nuove conoscenze. Ho iniziato a conoscere gli amici degli amici del corso di estone e la cerchia si sta piacevolmente allargando. Qui noto che sono soprattutto gli stranieri a cercare il contatto: fuori di casa siamo tutti con la mente piu aperta e ricettiva. Ormai il concerto di samba e bossa nova del sabato e del martedi è un appuntamento fisso e ci divertiamo molto. Il gruppo dei brasiliani fa morire dal ridere, gente senza fretta (beati loro), con la nostalgia del Brasile sulla pelle ma un sorriso che riempie ogni luogo.
Il corso di estone sta diventando sempre più "le comiche 2", ma non c'è Renato Pozzetto ancora. Gli argomenti si fanno più tosti, si presume (o almeno le insegnanti presumono) che noi si sappia anche parlare un pochino.. sentire un turco che parla estone è da piegarsi..
La serata piu divertente però è stata ieri sera. Di ritorno da Tartu, città universitaria che contende il primato dell'ateneo piu antico d'Europa a Bologna, mi son buttato un oretta in palestra. Davide e Gerardo stavano sbraitando a bordo piscina e mi son buttato in mezzo alla loro conversazione. La solidarietà degli italiani all'estero è meravigliosa. Così, visto che dei tre ero il veterano qui, ho fatto da Cicerone. Siamo andati a cena insieme nel locale dove c'è serata brasiliana tutti i martedi. Durante la cena c'è stato il festival di chi la racconta più grossa in fatto di avventure all'estero..storie improponibili e aneddoti da spiaggia, conditi con qualche Saku Hele. Davide è romagnolo, Gerardo della Lombardia. Ovviamente la più grossa la racconto io, fuga a Malaga, ma forse di tutte quelle che ci siamo detti era l'unica vera al 100%! (ispanici siamo unici)
Quando, verso mezzanotte, li porto direttamente nel tavolo della cantante, scatta l'apoteosi! saranno qui fino a venerdi sera, mi sa che non me li stacco piu di torno.. ma bene così!

Agli antipodi del solito

Questa volta vi ho lasciati un po con la curiosità, ma mi sembra impossibile siano già passati 10 giorni dall'ultima volta che ho scritto. Invece sembra proprio sia cosi! Il tempo è volato, intensamente, e la mia testa è sempre stata molto impegnata.
Andiamo un pò con ordine.. Siamo rimasti all'arrivo di Battista. Domenica alle 6,30 il gallo ha cantato a Kivi-Vigala e alle 7,30 eravamo belli pronti per accendere i motori del caseificio. Vigala è un ambiente incredibile, Vasco direbbe "è tutto un equilibrio sopra la follia". Il caldaista, il meccanico, Jaan, la capocaseificio, la signora della ricotta. Una vita lì dentro, fra l'umidità del pastorizzatore e il profumo della cagliata appena svuotata nelle granddi vasche.
Appena arrivati domenica mattina era come se io e Battista non ci fossimo, tutto era già partito e pre-allestito in modo da continuare la produzione come loro hanno sempre fatto. Il tentativo di estromettere gli "intrusi italiani" c'è stato, me l'aspettavo. E' stata la difesa del loro mondo e del loro territorio. Vigala è il caseificio, l'azienda è la prooduzione, la mozzarella è quella che fanno loro da sempre. Stop.
Battista, graziosamente impettito, ha voluto da subito chiarire che era li per aiutare e non per comandare. Io mi sono messo un po alla finestra, curioso. La traduttrice ha fatto anche da meediatrice culturale. Così da un iniziale scontro all'arma bianca con il passare delle ora il clima è diventato più collaborativo e i Vigala-People hanno iniziato ad ascoltare. Questo è un tratto comune del popolo estone, non ti ascoltano, ma il motivo c'è: in genere nessuno parla. Silenzio. Vigala è in silenzio.
Il paziente Battista ha affiancato la produzione per tutta la settimana, introducendo con parsimonia, giorno dopo giorno, piccoli accorgimenti e innovazioni. Episodi divertenti ce ne sono stati tanti, uno è molto significativo. Quando alla signora della ricotta è stato detto di usare un altro coagulante inizialmente ha fatto finta di non sentire e poi si è messa in mezzo fra Battista e la caldaia del siero in difesa del suo territorio. Gesti primitivi e autentici. Quando Battista ha insistito si è messa a piangere. 60 anni almeno di donna, nata cresciuta e maturata all'ombra della caldaia della ricotta. Il suo paradigma è stato sconvolto in un secondo e lei non ha retto. Ha voluto parlare con il grande capo Olaf per chiedere come fosse possibile, quando Olaf ha confermato che bisognava provare il nuovo metodo ha chinato la testa, rassegnata, come il popolo estone ha fatto dinnanzi ad ogni dominazione straniera. Risultato della prova eccellente, ricotta morbidissima che lei però non ha voluto assaggiare.
La ricotta appena affiorata dal siero, ancora calda, è una delizia assoluta. Riempie le papille gustative di un sapore intenso e delicato insieme, sembra latte solido. Altrettanto buona è la mozzarella mentre viene lavorata nella macchina filatrice. Il profumo del mascarpone che sobbolle nelle tinozze. Le grandi vasche del latte con le pale che rompono la cagliata. Tutte cose nuove per me; profumi e gesti consolidati per chi li vive da decenni.
La grande soddisfazione è stata riuscire a far sedere allo stesso tavolo tutti i ruoli chiave di Vigala: Helia la capacaseificio, Jaan il nuovo capo produzione, Jaan il delivery man, Jaak il responsabile commerciale, Olaf il grande capo. Tutti ad ascoltare Batttista e a prendere appunti e a fare domande. Io in un angolo del tavolo a godermi il momento e le faccie estasiate di chi non è abituato a poter far domande. E' stata la loro possibilità, e ne avranno molte altre, per poter capire che cos'è realmente l'azienda della quale fanno parte.
Dopo la full immersion nella realtà della campagna, interrotta dalle periodiche gita in capitale per il corso di estone, mi ritrovo il venerdì sera con il nostro caro Battista a mangiare all'Olde Hansa. E' un posto magico e anche lui viene rapito dall'atmosfera medievale che si respira. Due stinchi con marmellata di zucca, due birre alla cannella, due Vana Tallinn per digerire. Serata molto piacevole trascorsa a parlare poco di lavoro e tanto di Fabio e di Battista. Abbiamo almeno 35 anni di differenza ma a tratti mi sento coetaneo suo, non so se è perche io ragiono da vecchio o se è lui giovane nella testa. Forse entrambe. Forse le cose che piacciono a tutti e due non hanno età. La montagna, la bici, il formaggio. E' proprio un bel personaggio. Quando ci salutiamo mi da una pacca sulla spalla. Lui ritorna in Italia, io rimango qui custode delle sue innovazioni e timoniere del mondo incantato di Vigala e dei suoi personaggi.

domenica 25 ottobre 2009

Battista, che passione!

Come vi raccontavo ieri alle 17, il mio venerdì lavorativo iniziato con la telefonata di Jaak alle 5:45, sarebbe stato ancora lungo. Stanco morto son andato a prendere Battista all'aeroporto alle 20.20, per fortuna sia il mio traghetto che il suo volo erano in perfetto orario.
Ci eravamo sentiti solo una volta la telefono circa venti giorni fa e attraverso qualche mail. Non sapevo immaginarmi come fosse di carattere, avevo solo visto una sua fotografia in internet per riuscire a riconoscerlo quando fosse arrivato in aeroporto.
Battista è un guru nella produzione dei formaggi. Per 30 anni massimo responsabile di Lattebusche, ora, in pensione, gira il mondo e dà consulenza. Azerbaijan, Israele, Romania, Brasile. E Vigala.
Qui era già stato nel 2005, aveva prodotto una relazione su tutto ciò che andava e che non andava suggerendo precise modifiche nei processi. Di realizzato da allora a oggi meno del 10% rispetto a quello che aveva impartito.
Torniamo pero a ieri sera. Impatto immediatamente positivo, un sorriso “nostrano” cosi lontano da casa è quasi confortante. Ha 62 anni portati benissimo, molto vitale, in gamba, giovanile, parla molto bene. Lo porto a mangiare al Lido e gli piace. Poi un caffe Illy al Vapiano. Fin da subito abbiamo iniziato a parlare di formaggi, mozzarelle, produzione, macchinari. Una persona pronta a insegnare. Io l'ho quasi solo ascoltato, è bello sentire l'entusiasmo e la passione che si trasformano in parole e racconti.
Oggi sono andato a recuperarlo in albergo alle 9,30 e siamo partiti per Vigala. Oggi è sabato. Almeno dal 2004 io il sabato mattina sono in bicicletta. Anche qui in Estonia il “rito” è sempre stato rispettato. Oggi no e ho scoperto com'è deliziosamente interessante arrivare a sera senza bicicletta o senza sport se hai speso la giornata con chi te l'ha riempita di stimoli.
Oggi fin da subito il rapporto fra di noi è stato quasi amichevole. La differenza di età è notevole ma solo anagraficamente. Mi è sembrato ci conoscessimo da molto tempo.
La strada è trascorsa senza accorgersi parlando di ricotta del Cansiglio, di caseifici nell'altipiano di Asiago, di distributori di latte crudo. Ma anche di sport. Di Campagnolo, di 24 ore di Feltre, di Giro d'Italia. Lui è un grande appassionato e si sente, appassionato e competente.
Arrivati in caseificio l'ondata di passione lo ha travolto e ci siamo buttati a controllare macchinari e strumenti, perche tutto sia pronto e in ordine domani mattina, giorno di produzione.
Il pomeriggio, dopo il pranzo a base di salmone, formaggio Piave e Prosecco, abbiamo studiato insieme la situazione del caseificio e mi ha dato tanti ottimi consigli sul controllo di gestione, centri di costo, calcoli di resa. Verso sera, ormai buio pesto, un altra irruzione nel caseificio per cercare se ci fossero le fondine rotonde da 200gr per la ricotta e i fermenti specifici.
Poi di nuovo a parlare di Italia, specificità e ricchezze regionali, formaggi di montagna.
Ci imbattiamo sulla presentazione del Giro d'Italia 2010, incredibilmente a Vigala si prende la Rai! E allora i discorsi da casaro si fanno da parte e ci emozioniamo ricordando il Pirata, Bugno, Simoni.
Ormai è ora di cena, Battista estrae dalla sua valigia un pezzo di Cansiglio sottoovuoto e mi dice “adesso ti faccio assaggiare un buon formaggio”. Latte crudo, pascolo di inizio estate della piana del Cansiglio. Un profumo di fiori e erbe unico. Un sapore complesso. Buonissimo. Ci vorrebbe un Pinot Grigio ma ci accontentiamo di un altro po di Prosecco. I sapori e i profumi della Marca a 2500 km da casa li ritrovo tutti concentrati nel piatto e nel bicchiere, a riconferma della ricchezza straodinaria della mia terra. E il condividere questi sapori è ancora una volta fonte di ulteriore gioia

venerdì 23 ottobre 2009

Helsinki Trade Fair

Forse la giornata piu divertente da quando sono nel baltico! Son seduto in un Wok'n'Curry della fiera Food & Wine di Helsinki..
Stamattina alle 5.45 mi ha svegliato una telefonata del nostro caro Jaak: “good morning Fabio” “good morning Jaak”..”i'm afraid, my leg, the fair is huge, i think i can't walk a lot..” insomma mi stava tirando pacco. Avevo due possibilità: girarmi dall'altra parte e continuare a dormire o prendere la nave da solo e affrontare il mondo del retail e horeca scandinavo. Non ho uno straccio di biglietto da visita ancora ne un catalogo prodotti (li ha Jaak ovviamente). Si parte, sono qui non per dormire.
La nave Tallink “Superstar” è decisamente diversa dalla LindaLine che ho preso la prima volta che son venuto a Helsinki.. questa ci mette mezz'ora in più ma non sembra proprio di essere in mare, ha una bella stazza ed è assolutamente immune dalle onde. Alle 9.30 attracchiamo e prendo il taxi per il FinnExpoCenter. Trovo l'unico tassista di Helsinki che non parla una cippa di inglese e gli devo disegnare una bottiglia di vino e una forma di formaggio nel mio notes per fargli capire che mi deve portare alla fiera del cibo, e subito!!
Ci siamo, gli importatori sono di fronte a me. Alle 10.10 quando arrivo la fiera è ancora abbastanza vuota, è il momento ideale per parlare prima che arrivi la folla interessata solo a mangiare gratis più possibile ciò che ogni stand offre. Incontro 5-6 produttori-importatori, fra cui Valio che è un po' la Yomo della Finlandia. Sarebbero interessati a acquistare da noi ma se gli facciamo un private label ovverosia acquistano i nosti prodotti ma il marchio lo mettono loro. Non è malaccio ma vendere con la propria etichetta è un'altra cosa. La speranza c'è e passa per “CasaGusto OY” azienda importatrice di Mr Gianni Vaccaro, italianissimo, sicilianissimo, simpaticissimo. Due italiani a Helsinki a parlare di mozzarella prodotta in Estonia. La vita. Attorno a noi stands di sushi, mele giapponesi, cioccolata di ogni tipo, vini francesi e italiani, prodotti greci, semilavorati per torte e dulcis in fundo la versione suomi de “La Prova del Cuoco” che oggi va in onda proprio dalla fiera. Gianni è un chiaccherone e apprezza molto che un italiano lo sia andato a trovare. Parliamo del nostro business. Si può fare. Possiamo vendere col nostro marchio. Lui serve 300 supermarket in Finlandia e tanti ristoranti. Ci chiede qualità, gliela daremo.
Dopo l'incontro arriva Massimo, il responsabile commerciale di Cantine Traverso, anche lui molto simpatico e mi accoglie con un sorriso. “Te vedarà fra un fià quante ombre che va via..”. Non ho dubbi..qui sembrano tutti impazziti per i prodotti italiani.
Ora la mia piccola pausa pranzo finisce, faccio un ultimo giretto in cerca di altri contatti interessanti prima di riprendere la nave. La mia settimana è appena cominciata, sabato e domenica sarò a Vigala con il mastro casaro per affinare i sistemi produttivi.
Avanti così.

sabato 17 ottobre 2009

in Riga..

Si è conclusa una settimana molto positiva, e ora, come ogni wend, sposto il mio ufficio in Viru Keskus..oggi sono al Reval Cafè (le meringhe al cioccolato qui non hanno eguali!).
La giornata cardine è stata sicuramente giovedi: sveglia alle 5.30. alle 6 il buon Jaak mi ha prelevato e siamo partiti per Riga. In mezzo una breve sosta a Vigala per prendere un po di campionatura.
Nelle 7 ore abbondanti di auto, fra andata e ritorno, ho lasciato che fosse Jaak a condurre i discorsi, ho voluto cercare di capire quale sia il suo modo di pensare e di affrontare la vita. Jaak è un personaggio di grande esperienza nel mercato estone che lui definisce "just something more than a small village". Conosce tutti e sembra che tutti conoscano lui. E' molto fiero di questa cosa e il perchè di tanta notorietà è facile da capire: è stato per molto tempo uno dei manager più importanti dell'Estonia, si è seduto sulla sedia del CEO in Saku Brewery, Kalev, Phillip Morris Baltic. Ha contatti in ognidove e con una telefonata arriva a chiunque. La mia domanda "ma perchè dopo esperienze del genere sei a lavorare per Vigala?" non è tardata a venire, io voglio capire bene che piani ha lui qui. La sua risposta, diplomatica, è stata "Vigala ha un grande potenziale". Su questo siamo d'accordo.
Il lavoro ha occupato gran parte dei nostri discorsi, piu che altro mi son fatto raccontare tutte le sue esperienze precedenti..essere il n1 in un azienda da esperienza e sicurezza che meritano di essere ascoltate.
L'obiettivo della mia curiosità sta nel capire se Jaak merita una fiducia incondizionata oppure se ci deve essere qualche riserva. Per questo devo ringraziare il mio grande maestro Andrea che nonappena mi ha sentito entusiasta quando l'avventura è partita un mese fa mi ha bonariamente rimproverato: "anche la tua fiducia va conquistata Fabio, non dimenticarlo".
I discorsi spaziano da programmi futuri, possibili collaborazioni, business da mettere in piedi al piu presto, importazioni ed esportazioni da e per l'Italia. Al ritorno, quando il buoi ha ormai inghiottito la strada e la foresta di pini su cui si adagia, i temi cambiano e inizia a parlarmi della sua famiglia, dell'occupazione dei sovietici, del nonno contadino vissuto 7 anni nella foresta dopo la 2a guerra mondiale, della malattia alla gambe del figlio. Si entra nella dimensione personale nella quale è difficile mentire e presentare una realtà diversa da quella che è. Qui capisco che è un buono, un generoso e che mi ha preso sul serio. Difficilmente i nordici si aprono al primo che incontrano e in questo mi ci ritrovo molto.
Mi piace la loro mentalità, la loro riservatezza. Discutiamo a lungo di come, fortunatamente, in Estonia sia ancora la Natura a dettare le regole agli uomini e per questo gli uomini la rispettano. In ogni racconto estone c'è di mezzo la foresta, gli animali, la pesca, gli uccelli migratori, il mare, la casa in campagna.
Il lungo periodo di buio in inverno, il clima molto difficile, la luce che in estate diventa ossessiva, il vento gelido, il mare che li separa dal loro paese alleato (la Finlandia). Sono ostacoli per chi è abituato alla frenesia, elementi da rispettare e da conoscere per chi vive ritmi più primitivi e sostenibili.
In mezzo, fra il viaggio d'andata e il viaggio di ritorno, ci sono stati 6 appuntamenti di lavoro a Riga, città che ricorda in qualche modo Budapest. Centro storico colorato, ma in stile decisamente meno nordico rispetto a Tallinn. Enormi strade, palazzoni squadrati e i tram colmi di gente in periferia. Riga non è una città scandinava nelle forme e nella mentalità. E' molto più russa di Tallinn. Estoni e Lettoni non si sopportano un gran che..diciamo che dopo l'indipendenza dalla grande madre l'Estonia ha guardato immediatamente a occidente avendo come riferimento culturale la Finlandia ed aprendosi totalmente agli investitori stranieri. La Lettonia si è adagiata sulla sua agricoltura e non ha sviluppato ne terziario ne industria. E'questo il motivo per cui oggi le condizioni economiche dei due stati sono tanto diversi, la crisi in Lettonia è fortissima, i prezzi nei supermercati sono stati dimezzati negli ultimi 3 mesi, alcune catene internazionali di GDO hanno lasciato il paese. Non è un buon momento per entrare nel retail qui, per questo ci siamo focalizzati su ristoranti di prestigio e alberghi di lusso. Questo segmento sembra molto ricettivo, qui come in ogni altra parte le nicchie non sentono crisi.
Molto simpatica è stata una scenetta che ci ha raccontato il proprietario lettone del ristorante italiano più in voga della Lettonia in questo momento, un gioiellino in centro storico di Riga. Poco tempo fa è andata lì a mangiare una delegazione del ministero degli affari esteri italiano e il proprietario con grande orgoglio ha mostrato subito la grande foto di Mussolini appesa in un muro di pietra nella splendida cantina con il soffitto a volte..si è rischiato l'incidente diplomatico, per fortuna risolto immediatamente con l'apertura della migliore bottiglia di Chianti del ristorante..

lunedì 12 ottobre 2009

Benvenuto in Estonia

Beh finora abbiamo scherzato, oggi mi son svegliato con un vero tempo estone. Pioggia, vento, 2 gradi. Ma queste tre caratteristiche non rendono merito a ciò che c'è fuori.. Per capirlo davvero bisogna immergersi nel turbine. A pranzo avevo un appuntamento con il nostro caro Jaak al Carramba, simpatica taverna messicana che da poche ore è nostra cliente. Stamattina ho chiesto a Jaak..mi vieni a prendere? la sua risposta è stata: la mia proposta è che ti fai una passeggiata fino al Carramba e poi se vuoi ti riporto a casa io. Bene. Sceso in strada, ombrello sulla mano destra, cartina sulla mano sinistra. Vento. La strada era un po complicata e della cartina avevo bisogno. Provo ad aprirla un po di più..una folata inprovvisa me la strappa a metà. Prova a mettermi sotto una pensilina del bus e scopro che il tetto non c'è, ci son solo le pareti! estoni. Mi guardo un po in giro (operazione molto difficile) e scopro che nessuno ha l'ombrello. I più impavidi camminano come se ci fosse un sole splendente. La gente più normale ha al massimo il cappuccio in testa. E il perchè lo capisco presto..qui la pioggia non scende dal cielo verso la terra, no, la pioggia ti avvolge, arriva da ogni parte, anche da sotto l'ombrello. Il vento non ha una direzione, ti avvolge, arriva da ogni parte e ti ribalta l'ombrello. E' imprevedibile, per qualche secondo si quieta e poi ti sorprende più forte di prima. In due chilometri di allegra passeggiata i miei pantaloni si sono imbevuti d'acqua come dopo 200km di Campagnolo 2008.
Dopo tutto oggi inizia il mio corso di lingua, fra poco più di un'ora.. e come ogni primo giorno di scuola che si rispetti deve piovere, soprattutto qui in Estonia. Altrimenti che primo giorno di scuola sarebbe?
Comunque Henton mi ha confortato: "se fa così tutto ottobre è ideale.. un po freddo e tanta pioggia, così a me piace", "quando verrà il vero freddo pioverà di meno, ma a me la pioggia piace, adesso è il tempo ideale". Parola di cileno

mercoledì 7 ottobre 2009

Aspettando la pesca al salmone

Oggi è stata una giornata piacevolmente semplice. Un'ora di corsetta, due uova e via con Raul alla ricerca di nuovi "clients"! Mi piace molto girare con lui e credo anche a lui piaccia la mia compagnia. La cosa piu divertente è la lingua nella quale ci esprimiamo..si parte con tutte le buone intenzioni a parlare inglese al mattino presto, poi scopriamo verso l'ora d pranzo che anche se ognuno mette qualche parolina "madrelingua" ci capiamo lo stesso, anzi! cannella in estone è kanell, in inglese cynnamon. Se mi avesse detto cynnamon forse non avrei capito..
Anche lui è molto appassionato di cucina. Mi racconta gli esperimenti che prova a fare: pizza con pollo, pasta con frutta, panini all'amatriciana.. forse gli servivo a metter un po d'ordine! Però è un bravo ragazzo, almeno la mia impressione è questa. Ordinato, precisino, un bel sorriso. Ogni tanto mi parla di suo figlio di 8 anni, che però sta con lui poco tempo alla settimana perchè vive con sua mamma.
Oggi siamo riusciti a portare a casa un nuovo supermercato, un CoMarket di Keila. Era felice e ovviamente anch'io! Ho partecipato al colloquio con la responsabile commerciale del supermercato (una donna, molto comune da queste parti), proferendo tre parole: "Tere" appene visti e "Suur Aitah" quando ci siamo salutati. E ho la ferma convinzione che lei credesse io fossi estone. Ovviamente del colloquio vincente non ho capito nulla!
Per festeggiare Raul mi ha invitato a casa sua. Questa è una cosa anomala in Estonia, la casa è considerata un ambiente molto intimo e privato, è malcostume autoinvitarsi e poco frequente essere invitati. L'invito di Raul, considerando tutto ciò, mi ha fatto doppiamente piacere. Ci siamo seduti nel suo divano, ma ha offerto un caffè bollente e del pane nero con delle sarde affumicate sott'olio che prepara suo papà, una delizia assoluta. Abbiamo parlato di caccia, pesca, di cucina estone. Mi ha promesso che mi porterà, nonappena ci sarà il freddo giusto, a pescare i salmoni in mare con lui. Sarà un grande giorno..
Ricordo ancora perfettamente la mattina di marzo, forse era il 1990, in cui con il papà sono andato per la prima volta a pesca sul Piave. E' stato un giorno indimenticabile. Faceva così freddo che la punta della canna si era giacchiata dopo poco e a fatica si riusciva a mettere l'esca sull'amo per le mani che avevano perso sensibilità. Non ho preso niente, quel giorno, ma ho visto dall'interno della natura un'alba nitida, ho ascoltato il fiume, ho sentito quanto sia piacevole respirare il silenzio.
Sono passati 19 anni da allora, Fabio è lo stesso, cambiato si, ma lo stesso. In questo tempo ho coltivato i germogli che trovano le loro radici proprio in quelle prime esperienze di natura e libertà.
E non vedo l'ora arrivi quel giorno d'inverno in cui pescherò con le mie braccia il primo salmone. Raul mi ha promesso che torneremo a casa sua, accenderemo il camino e ce lo mangieremo insieme con una bottiglia del mio prosecco.
L'Estonia è così semplice che mi ci trovo proprio bene

venerdì 2 ottobre 2009

Povera Italia

Mi chiedevo spesso perchè chi ci osserva dall'estero ci considera una repubblica delle banane. Dicevo fra me e me: "ma che guardino ai problemi loro, ogni paese ha le sue peculiarità, positive e negative".
Il sano patriotismo di chi sente una terra propria a volte supera il buon senso.
Si perchè a 15 giorni esatti dall'arrivo in Estonia e in 15 giorni esatti di vita da straniero in una terra lontana dall'Italia, inizio anch'io ad essere polemico contro il belpaese. Viene naturale..che ci volete fare?!
Tutto parte dal confronto fra la realtà che si trova e la realtà che ben conosciamo e che ho lasciato a 2500 chilometri.
Guardo i tg via internet e scopro che la presenza della amica di Silvio ad Annozero precede i 4 morti in Campania per alluvione e precede i migliaia di morti del sud est asiatico. Lorenzo Cherubini canta "occhio non vede, cuore non duole", ciò che succede a migliaia di chilometri di distanza interessa poco, è molto più importante la voce della verità, signora D'Addario (si scrive così?).
Ma la cosa che veramente mi ha stupito qui in Estonia è che ti mettono in mano le tue responsabilità, ti lasciano fare tutto e tutto è molto snello, ma ci metti la tua identità, sempre.
In che modo? Gli estoni hanno escogitato una via tecnologica per tener tutto sotto controllo e permettere allo stesso tempo la massima velocita e sburocratizzazione: si chiama ID Card, tesserina magnetica che funge da firma digitale. Con un semplicissimo lettore USB ho accesso a tutti i siti pubblici, agli uffici, alla camera di commercio, alla banca. In modo dispositivo. Posso aprire oggi stesso una azienda, anche se è sabato sera o domenica. L'internet banking non ha codici o pennette, basta il lettore ottico usb e la ID CARD. Tutti i contratti si possono firmare in internet con la firma digitale. Ci ho messo 10 minuti a farla all'ufficio migrazione e mi scade fra 5 anni. In Italia si parla di firma digitale da tempo per le aziende, quanti ce l'hanno? chi sa cos'è? quanto ci si mette ad aprire una società da noi?
E vi dirò di più, con grande mio stupore ho scoperto che posso votare. Tutte le elezioni amministrative (non le politiche) sono aperte ai cittadini stranieri che abbiano una ID Card. Dall'8 al 14 ottobre si vota per il sindaco. Via internet ovviamente www.valimised.ee
Certo, non posso dire di conoscere a fondo i candidati... ho visto la foto di uno dei tanti, 150 kg con la testa fuori dalla bilancia..diciamo che se i danesi attaccano Tallinn di nuovo lui è in prima fila a difendere i suoi concittadini con la spada in mano, questo è sicuro!
Domani, sabato, farò una bella giornata sport e natura: al mattino in mtb nei boschi qui vicino, il pomeriggio sii gioca a calcio (il ritorno!) con un gruppo eterogeneo di sudamericani, russi e estoni (e 1 italiano...).
Buon fine settimana a tutti

martedì 29 settembre 2009

Rotte vichinghe

Finalmente dopo tanto rimandare sono riuscito a mettere piede in Finlandia! Avevo voglia di sentire la differenza che fa il calpestare la terra degli estoni, popolo nella storia sempre sottomesso, e camminare invece nel territorio dei terribili conquistatori del baltico. Si perchè i finlandesi sono gente che non ha paura e non abbassa lo sguardo. Non c'è timore negli occhi di chi ha dominato il mare del grande nord.
Dopo un'oretta di tranquilla straghettata arrivo a Helsinki. Nell'entrare al porto si superano tante isolette verdi con qualche casetta rossa e l'immancabile bandiera bianca con la croce azzurra. Sceso dalla barca mi imbatto subito nella piazza del mercato, colorata, con tante bancarelle di ortaggi, funghi e pesce fresco. Io son qui per lavoro ma un giretto veloce fra la Cattedrale, il Parlamento e la Chiesa di Roccia me lo faccio.
Poi inizia la parte divertente della trasferta..la missione di spionaggio industriale! Son qui per questo, capire quali concorrenti son qui, con quali prodotti, con che posizionamento. Entro in 3-4 supermercati armato di fotocamera e libretto degli appunti. Mi piazzo davanti al bancone frigo e inizio a scrivere..
Me l'aspettavo che qualcuno prima o poi mi dicesse qualcosa, qui nel grande nord nonappena hanno il sospetto che tu stia facendo qualcosa di strano te lo fanno notare e chiedono spiegazioni.."Sono uno studente dell'universita di Tartu e son qui per una ricerca di mercato sui prodotti italiani del settore caseario, non sto scrivendo niente più che prezzi e peso delle confezioni, può controllare se vuole.." e porgo gentilmente il mio notes alla signora che con aria raggrinzata mi chiedeva cosa stessi facendo da così tanto tempo li fermo. Me l'ero preparata la risposta, c'è rimasta male..
Esco dal supermercato e..dov'è il sole? dopo pochi passi inizia a piovere, forte. Vento gelido dalla Lapponia. La gente di fuori neanche una piega, l'ombrello non sanno che cosa sia.
Son forti questi vichinghi, speriamo abbiano tanta fame e comprino tanto formaggio!
Tornerò a breve qui, prima per parlare con un importatore di food stuff, poi per la fiera del food&wine di fine ottobre.
L'unico lato negativo, positivo per chi deve vendere, sono i prezzi.. alla piazza del mercato ho preso un lohe take away..versione scandinava del fish&chip, solo che al posto del merluzzo fritto c'è un trancio di salmone e delle patate neanche l'ombra..beh, 340gr di salmone, 9,40 euro!
Al terminal del porto la sera, prima di riprendere il traghetto, mi prendo un cappuccino e mi faccio tentare dalla crostatina ai simil frutti di bosco che è ben esposta (ragazzi, era ragù!!!), morale 5,90 euro.
Poi non so se fosse il misto ragù e cappuccino nella mia pancia o il mare grosso ma il viaggio di ritorno è stato come strapazzare le uova nel tegamino. Le ragazze vichinghe a bordo bevevano birra come nientte fosse, mentre io avevo nausea da biochetasi triplo.
Direi che razza vichinga batte razza italica, almeno per ora..

domenica 27 settembre 2009

buona strada, flashback

Dopo essersi infilato la mantellina ed aver assaporato l'ultimo pezzetto di crostata al cioccolato ripartì con le parole del ciclista francese che gli martellavano nella testa.
Come sempre, ad ogni vetta raggiunta, il magone si fa intenso. La salita è una metafora meravigliosa ed ha un unico grande difetto: una volta raggiunta la cima non si può che scendere. Chissà poi se è un difetto, questo. Fa parte della metafora.. quando hai tutto può perdere tutto, ma qui c'è un rafforzativo, quando hai raggiunto la quota massima la devi perdere, non c'è alternativa. Ed è per questo che il tempo soggettivo del salire va assaporato con tutto l'amaro della fatica in bocca, si sta guadagnando l'emozione del traguardo prefissato ben consci che una volta su, alla gioia del salire, subentrerà la tristezza del dover scendere.
Il vento è decisamente frizzante lassu, lo strato di umidità che copre la pianura è come il tappo del contenitore nel quale tutti devono vivere e dentro il quale le regole superano le emozioni. Quando si riesce ad andarci sopra è il cuore a comandare. Ecco perchè c'è tristezza nello scendere, ci si ritorna ad allacciare le cinture della conformità, dell'essere come gli altri si aspettano tu sia.
Eppure è strada anche la discesa. E per la prima volta, grazie alle semplici parole di augurio del ciclista francese, cercò di dare un senso positivo allo scendere, al perdere quota, al ritornare alla partenza.
Forse la chiave di lettura è il prendere coscienza.
Era una giornata speciale per lui, la sentiva tutta sua, si sentiva di poter vivere quelle ore come realmente desiderava di viverle. E la programmava da tempo: le ferie al lavoro, gli occhi sulla cartina già da qualche sera prima, la sensazione di massima libertà già sulla pelle. La scelta della destinazione andava sempre verso una vetta con un significato particolare, ogni anno diverso, ogni anno più intenso.
Il 13 maggio gli ha sempre regalato il sole, il profumo intenso di fiori, le montagne chiare da sembrare ancora più vicine, il cielo ripulito dal vento di primavera.

Complementi (ciò che si aggiunge ad una cosa per completarla)

Oggi, domenica, mi vedo con Henton alle 13 per andare a mangiare qualcosa insieme e discutere. Siamo in una fase in cui abbiamo ancora molto da raccontarci l'uno dell'altro anche se la stima, almeno da parte mia, è gia totale. Ci incontriamo di fronte al negozio Linda Line (traghetti per Helsinki) nel centro commerciale Kaubamaja.. Io giacca beige e pantoloni rossi, lui giacca rossa e pantaloni beige. Visti da distante sembriamo una scacchiera ma è un problema degli altri! Complementi. Andiamo al mio posto preferito, l'ormai famoso Vapiano, dove la pizza è proprio buona e si può giocare a rifinirla con le piantine aromatiche sopra i grandi tavoloni di legno chiaro. Lui poi è sempre contento di andare lì perche è un affezionato del loro caffè espresso piu dolcetto di fine pasto a 50 EEK. Ciò che mi affascina di Henton è che è strepitosamente semplice, a suo agio in ogni situazione, competente in ogni materia, è al suo posto ovunque si trovi. Si vede che ha una grande forza e tranquillità dentro di lui. Parla sei lingue, è un console dopotutto, una persona importante. Ma la sua tranquillità non arriva dalle cariche o dall'importanza sociale. Sembra non avere domande. Il pranzo con lui è sempre piacevole perchè si salta di argomento in argomento con grande agilità. Per lui lavorare, discutere, mangiare, conoscere..tutte queste attività fan parte della stessa attività principale che è vivere. Non c'è tempo per una o per l'altra cosa, tutto è mescolato insieme, cosicchè ogni azione è sostenuta dalle altre. Mi piace molto questo suo modo di fare, non ci si sente mai imbrigliati. Ho iniziato a leggere Heidegger in quinta superiore sperando di aver la forza per arrivare alla fine di “che cos'è metafisica?”..in realtà la forza a quel tempo non era in me, e forse quel libro non rispondeva a nessuna domanda mia di quell'epoca. Per quel motivo, principalmente, mi fermai alla pagina 20. Nel far la valigia per Tallinn “che cos'è metafisica?” è stata una delle prime cose a finirci dentro, sapevo che li avrei trovato alcune risposte. In quello scritto abbastanza breve Heidegger prova a definire la metafisica come l'impianto principale della filosofia, sostenuta dal dualismo fra “l'ente” e il “niente”. Complementi. Sciocchezze formali, solo apparentemente. In realtà a leggere quel libro con la coscenza di oggi il grande tema affrontato crea un divenire di tensione verso alcuni interrogativi ulteriori... è tutto finito ciò che osserviamo? Ha senso continuare a valutare e descrivere la realtà solo con la logica e la ragione? Non serve forse una nuova chiave di lettura dell'esistenza? Purtroppo queste considerazioni sono i temi aperti con i quali il filosofo conclude la sua opera e lascia il lettore solo, senza dare una risposta compiuta. Sempre più spesso mi succede che nel cercare la risposta ad una domanda in realtà spalanco la porta a numerose altre domande, senza arrivare alla conclusione di niente. La domanda si trasforma in altre mille domande. E le risposte, dove sono? Henton mi propone dopo pranzo di andare al Kumu, museo di arte contemporanea estone situato nel grande parco del Kadriorg. Continuo a osservarlo e a invidiare la sua tranquillità, non perchè io non sia sereno, ma perchè sembra che lui non abbia domande. Lui sa dove sono le cose e sa dove andare a cercarle. Io mi sento come un bambino nella sua stanza dei giochi in disordine. Sa che lì dentro c'è tutto, ma deve aprire ogni cassetto ed affannarsi per trovare ciò che sta cercando, e che poi magari aveva davanti al naso chissà da quanto tempo. Il Kumu è un opera molto recente di un architetto estone che ha saputo magnificamente coniugare pietra, legno di quercia, forme tonde, spazi pieni e spazi vuoti, vetro e acciaio. L'interno è un po a metà fra il cortile chiuso del British Museum e lo spazio curvo del Guggheneim di NY. Dentro convivono l'arte repressa estone e la propaganda del periodo della dominazione sovietica come due facce della stessa realtà. Complementi. Anche qui con grande semplicità Henton mi fa comprendere il significato delle opere. Lui rende semplice ciò che è molto complesso, io rendo complesso ciò che può esser spiegato semplicemente. Anche io e lui, forse, siamo complementi. Un unione binaria di domande e risposte, di caos e di ordine, di ricerca e di stabilità.L'obiettivo da oggi è aprirsi a nuovi linguaggi, allargare lo spazio proprio e includere anche ciò che prima non c'era. Far diventare il Niente di Heidegger sempre più piccolo e portarlo un po alla volta dentro all'Ente, fintanto che il Niente sarà davvero Niente e il mio spazio comprenderà la risposta ad ogni domanda.E' solo una questione di spazi da ingrandire. Leggere la realtà con altri occhi e altre aspettative, unire alla logica e alla ragione lo spazio dell'anima e vedere cosa succede li dove ci sono i complementi.

mercoledì 23 settembre 2009

ci vuole diplomazia..

Beh detto da me non fa sorridere, ma se lo dice un console ha tutto un altro valore! Allora ieri sera il buon Henton, senza il quale nella città anseatica sarei perso, chiamandomi si è raccomandato : "Fabio (con la b che quasi è una v date le sue origini cilene), mi raccomando, domani vieni in giacca e cravatta all'appuntamento; è importante presentarsi bene la prima volta, ci vuole diplomazia per conquistare gli estoni".
Iuhuuu ho pensato io! E chi se l'è portata una cravatta nella terra degli orsi?! non bastavano i mutandoni di lana?..cavolo..che ore sono? 20.25.. sarà ancora aperto Stockmann?? chi glielo dice al console che non mi son portato una cravatta? via..volo da Stockmann, grande magazzino finnico a 300 passi da casa, è aperto per fortuna, secondo piano, in fondo nell'angolo, il cesto della cravatte in saldo! ce ne sarà pur una di meno brutta delle altre?? tante fucsia, tante gialle canarino, tante arancione marcio. Solo una, sotto a tutte, azzurrina. Io le cravatte le preferisco azzurre. 298 EEK, meno di 20 euro! Dai, cosi accontento il console.
Stamattina l'appuntamento è alle 11 nella hall dell'hotel Radisson. Qui i posti degli appuntamenti di lavoro si scelgono in base a dove il wifi ha il segnale migliore, sembra che il segnale al Radisson sia una favola. E cosi ci presentiamo elegantissimi con un sorriso a 180 denti (in due). L'incontro è con un pezzo grosso della distribuzione estone che collabora con Vigala, un ex Phillip Morris.
Lui è in stampelle, camicia marrone a manica corta con il taschino aperta fino al terzo bottone, pantaloni semi jeans neri usurati dall'uso e non da Renzo Rosso. Io camicia azzurra polsino bianco cravatta azzurra con nodo Tremonti stretto alla morte. Bene...
Lui parla un bell'inglese oltre (mi dice) al russo, finlandese e estone. Qui è normale che chi ha 35-40 anni parli correntemente 4 lingue: durante la dominazione russa imparavano la lingua della Grande Madre, guardavano la televisione finlandese e appena si son resi indipendenti han lavorato tutti per aziende straniere specialmente americane. Jaak si chiama, è alto e biondo, almeno 100 chili di uomo. Ci sediamo ad un tavolo e parliamo per due ore, lui ordina e beve contemporaneamente una coca cola e un te caldo.
Alla fine sembra incuriosito dalla mia scelta di andare in Estonia e dalla mia decisione nel dirgli che se sono li è per mettermi a sua disposizione e per imparare tutto quel che di buono ha da insegnarmi. Mi dice che sono intelligente e che si vede da come lo guardo, forse la cravatta di Stockmann e il nodo Tremonti han fatto il loro dovere.
Domani farò un primo giro nella GDO con Raul, un suo stretto collaboratore. Gireremo tutti i Selver della città. La prossima settimana sarà bella intensa di cose interessanti: giovedi andrò con lui al comitato acquisti di Stockmann, nei primi giorni della settimana ci faremo l'agognato giro a Helsinki per andare a trovare un grosso importatore di food stuff, nel fine settimana altro giro a Riga nei ristoranti italiani. Spero di conquistare tutta la sua fiducia, l'importanza del mio ruolo qui in Estonia passa di là.
Dopo la chiaccherata Henton mi ha portato a mangiare in un posto filo americano tipo Beefed.. ha pagato lui con la carta di credito, ma ha chiesto a me di lasciare 25 EEK di mancia perchè non aveva contanti.
Storie estoni.
Ci vuole diplomazia.
Tere ohtust!!

lunedì 21 settembre 2009

inizia la bagarre...

Ragazzi dopo una domenica da turista o quasi, oggi, lunedi, inizia la bagarre...
e non siamo qui per questo? siii!
Stamattina diluvio universale alle 8, alle 9 sole splendente. Avevo tre obiettivi per la mattinata: andare alla polizia comunale per registrarmi come residente a Tallinn, aprirmi un conto alla Swedbank, fare un po di spesa perche se continuo ad andare a mangiare fuori mi si sgonfia il portafoglio e mi si gonfia la pancia :)
Alla polizia molto gentilmente mi hanno spedito a prendere il contratto di affitto senza il quale non mi posso registrare. Ci torno appena finito di scrivervi, Henton mi ha portato il contratto e mi ha scritto una lettera di presentazione in estone..(sono raccomandato da un console)..
Alla Swedbank c'è un'accoglienza spaziale, si vede che hanno una mentalità scandinava. Bellissimo il layout della filiale, si capisce subito dove si deve andare a come fare le cose anche se ovviamente è scritto tutto in estone o russo. Tutti parlano inglese, molto meglio di me, ma in qualche modo me la cavicchio. Scopro che gli impiegati hanno la divisa! pantaloni o gonna neri e camicia gialla luccicante..
se mi avessero fatto vestire in quel modo in Italia mi sarei licenziato molto prima dei tre anni!!
Cmq il conto non si può aprire subito, mi han fatto compilare un form di autentificazione coi miei dati e sarà sottoposto a controlli rigidi anticrimine per verificare precedenti o collusioni con tratte di armi droga riciclo di denaro etc. Altro che da noi..
La gentilissima sig.na Tatijana mi richiamerà entro 5 giorni per dirmi se ho le credenziali per aprire il conto.
Momento di grande spasso invece da Stockmann dove ho fatto la prima spesa estone..che figata! ho preso solo prodotti che in Italia non si trovano, grandi quantità di salmone, aringa, mirtilli congelati, salsine locali etc..
Sono molto orgoglioso del mio frigo ora!
E vi chiederete, ma dov'è sta bagarre?
Allora..Henton mi ha dato due missioni: mettermi in contatto con un trader di prodotti alimentari che dovrei incontrare giovedi (foorse parla inglese, forse..) e poi mi ha dato il nr del console cileno in Finlandia, il cui nipote fa l'importatore di alimentari lì. Con questo dovrei trovarmi la settimana prossima a Helsinki e parlare di Vigala. Fichissimo. Prima andrò in missione segreta a Helsinki per farmi un giro ispettivo nei supermercati e capire il più possibile di quel mercato. Forse già sabato..
Vado a vedere se la polizia mi rispedisce a casa per qualche altro motivo ora..
Un abbraccio, a prestissimo!

domenica 20 settembre 2009

colori

Vi scrivo da un tavolo di legno chiaro con una piantina di basilico che mi copre mezzo schermo. marrone chiaro e verde, stan bene insieme.
Il viaggio che mi ha portato quassu è stato un turbinio di colori, un graduale passaggio dal rosso veneziano di sabato sera al rosso infuocato del primo tramonto baltico in Lettonia.
Mi ha proprio impressionato quel tramonto.. dopo circa 2000 km il cielo si è acceso come mai avevo visto e i freddi paesi baltici si sono dimostrati capaci di incendiare il cuore.
Io l'ho preso come un segno, Paolo mi ha insegnato a fare così.
Qui vedo tanto azzurro, il cielo rompe con la sua intensità la vetrata del ristorante in perfetto stile italo-newyorkese..grandi banconi, cuochi coreografici a vista, musica lounge in sottofondo, vetrata sul passeggio. E mi son seduto proprio su un tavolone in vetrata, devo vedere cosa succede.
Ho voglia di vedere nuovi colori.
Tante teste gialle, ma gialle davvero! tanti occhi blu, ma blu davvero!
Io mi sento tanto straniero perchè ho colori che pochi altri hanno.
Qui la gente si siete, mangia, scrive al computer, legge un libro, rovescia bicchieri, si alza e se ne va. Pagando. Malaga è talmente lontana che nessuna sa come si scappa. Ecco, questo posto e Malaga sono agli antipodi sia come abitudini che come colori.
Bella questa storia dei colori. E' passato uno con un cappotto rosso, ma poco rosso in confronto al tramonto sul mare di Riga.
Stamattina un primo giro sulle due ruote a motore umano mi han fatto scoprire i dintorni di Tallinn. Pirita e la sua pineta, coi single track è divertente da fare in mtb! Non pensavo di incontrare altri ciclobikers.. qualcuno ha anche provato a starmi a ruota..seeeeeeh...
Poi ho scoperto un centro storico ancora piu colorato di come me lo ricordavo con una gradevole salitina in pietre e sassi incastonati.
Il contrasto fra il marrone-grigio dei bastioni medievali e il blu-grigio dei grattacieli appena fuori le mura è molto forte e molto affascinante.
Forse son qui perchè devo scegliere da che parte stare: passato solido e rassicurante o futuro fragile e inesplorato? saranno i colori a darmi la risposta.
Sono qui per lavoro ma mai come oggi sento di essere qui per costruire certezze dentro di me. Quando si è soli si devono guardare i colori, fuori e dentro, per capire da che parte si deve andare, che sentiero si deve percorrere. Colori che diventano sensazioni.
Vi abbraccio tutti, venitemi a trovare in questo arcobaleno prima che il freddo lo renda troppo grigio. E se farà freddo e sarà grigio portate la vostra tavolozza che coloriamo insieme.

giovedì 3 settembre 2009

Siamo Pronti!!

Martedi è stata una giornata importante. Ora è tutto pronto. Si aspetta solo la partenza, mercoledi 16 o giovedi 17.
Ieri un messaggio pubblicitario in palestra mi ha colpito l'attenzione: nel cambiamento non c'è dovere, c'è solo volontà, libertà. Si smette di essere ciò che si è e si videnta ciò che si vuole diventare. Il cambiamento è proiezione in avanti.
In questi giorni di rilassamento mi sto rendendo conto di quel che lascio.
Era una tappa obbligata per preparare la mente al Grande Nord.

lunedì 27 luglio 2009

L'avventura può avere inizio

Oggi è ufficiale.
Il 27 luglio 2009 parte il progetto Estonia. Sono passati pochi giorni dalla lettera di dimissioni e dopo un bel wend nel meltin pot londinese stamattina sono stato a colloquio con i vertici di Intesa Sanpaolo Private Banking. La nostra collaborazione finisce, serenamente.
La prima settimana di settembre parto per il grande nord, terra di orsi e di skype.
Ci vuole coraggio, ci vuole autostima, ci vuole serenità.