mercoledì 16 giugno 2010

L'Amor che move il sole e l'altre stelle

A volte succede che la realtà superi ogni speranza, aspettativa, previsione.
A volte succede che tutta la sofferenza se ne vada per lasciar spazio ad avvenimenti positivi.
A volte succede di sentirsi talmente felici da non riuscire a distinguere i contorni del sentimento.
La vendemmia delle emozioni coltivate nella pazienza e nel silenzio.
La tigre ha ruggito. Una vittoria di squadra, una vittoria di Amici. Poteva esserci qualsiasi altro sport a legarci, non avrebbe cambiato di una virgola la forza del nostro faticare insieme, del nostro vestire la stessa maglia, del dividere gli sforzi dell'impresa.
Fin da quando ho iniziato a pedalare ho immaginato qualcosa che sapevo perfettamente non sarebbe mai avvenuto. Vincere.
Vincere non per me, ma per chi mi sta vicino, le persone per le quali pedalo e dalle quali trovo la forza per farlo. Per il nonno Gino, a cui dedicavo un minuto in ogni sessione di rulli davanti al muro, nelle albe d'inverno. Per Ivan, capitano e condottiero, amico che sa guidare e consigliare. Per Fabrizio, il mio angelo custode.
Per Cristiano che mi ha portato ad amare la bicicletta, e che ora ha traguardi molto piu importanti davanti. Per Marco che mi ha messo in strada e mi ha accompagnato nelle prime pedalate.
Per la famiglia, alla quale si deve tutto.
Vincere per regalare e condividere una gioia. Vincere per rendere partecipi gli altri di un successo.
Succede a volte che si sogni di dividere un momento insieme ad un idolo. Io ne ho avuto solo e sempre uno, l'unico sportivo per il quale ho ammirazione vera, ultimo testimone del ciclismo romantico. Succede che a un ora dalla fine della 24 ore ci si trovi a pedalare a fianco di Gilberto Simoni.
Succede che tutto sia pronto perche Ivan chiuda in modo glorioso la manifestazione che ha organizzato con la passione che solo lui sa mettere, ma che la giuria decida di bloccare i cambi e la sorte voglia che sia io a dover dare le ultime pennellate al quadro. Succede che a 50 all'ora si senta solo il proprio nome urlato da chi è li per vederti e spingerti. Succede che nonostante una fatica tremenda si senta un motore che non si fermerebbe mai, alimentato da una benzina che si chiama Amore.
Succede che nella testa rimbombi la traccia di Fab-Ivan09, i 3min e 42sec piu intensi del 2009.
Succede, per la prima volta nella vita, di avere addosso gli occhi di chi mi è splendidamente di fianco, che mi guardano vestito da libertà. Succede che io non capisca se devo ridere, piangere dalla felicità, respirare, urlare, o semplicemente continuare a pedalare con tutto ciò che ho e per tutto ciò che ho.
E gli ultimi due giri, 5 minuti senza il tempo di far entrare e uscire ossigeno, immaginando una gioia sportiva mai provata.
E le faccie piene di sorrisi di chi è stato parte della festa.
E la tigre sulle spalle, le fotografie tutte per noi, il palco, la Squadra.

Tutto è cominciato il 21 giugno 2009, sul traguardo di Piazza Maggiore.
Da lì i tasselli hanno iniziato a incastrarsi, il disegno iniziava a prendere colore. Nessun incontro, nessun chilometro percorso, nessuna decisione sono stati casuali.
Il partire è stato come allontanarsi da un quadro troppo grande per riuscire a vederlo e a comprenderlo da vicino. Salutare è stato difficile, difficilissimo, ben sapendo ciò che si avrebbe lasciato.
Chi c'era il 12 settembre all'osteria senz'oste sarà sempre con me.
Massi, grazie.
Vedere il nostro video e non riuscire a trattenere le lacrime, anche a due mesi dalla cena e dalla terrina di pomodori da finire (viva i pitussi).
Ritornare a Natale, rivedervi e sapere di dover ripartire per i mesi piu freddi e piu bianchi, non per la neve ma perche senza colore.
Ritrovare due grandi Amici a Stoccolma e capire che è tutto sbagliato e tutto da rifare.
E infine, la luce, la stella. La mia Stella.
Sopra Feltre ce n'erano tante sabato sera.
La mia aveva una macchinetta fotografica in mano. E la mia velocità sfuggente era la voglia di reincrociare il suo sguardo il prima possibile ad ogni passaggio.
Il nonno, Ivan e Massi, Fabrizio e Paola, Cristiano, Marco, mamma e papà, Arianna, gli Amici di Stoccolma.
Ma il disegno ha la cornice solo se ci sei tu.
E la gioia è gioia vera solo se ci sei tu.

Il Progetto Estone finisce qui.
Come ogni cosa, nasce, guarda con curiosità al mondo, patisce, fiorisce a primavera.
Progetto Estone nasce un anno fa, quando la mia mano e quella di Ivan concludevano insieme l'impresa che rimarrà per me l'impresa della vita, con il significato piu vero e profondo.
Progetto Estone nasce dalla voglia di guardare quel quadro da un po piu lontano.
Progetto Estone è la storia di una partenza e di una ricerca.
Progetto Estone è stato un seme gettato nella terra, dal quale è nato il fiore più colorato e profumato.
Come per la 24 ore, cosi per il Mio Fiore, la realtà è andata oltre ad ogni piu rosea speranza.
Oggi, un anno dopo, sono felice. Ho un Progetto non Estone, ho obiettivi tutti rivolti ad un unico traguardo.
Io, in Estonia, rimango. Non so ancora per quanto, ma rimango.
Il mio lavoro, oggi, è qui.
Dopo mesi di difficolta e di ambientamento, ora mi sento piu a mio agio ed è questo il momento di raccogliere i frutti.
Di certo Fabio tornerà a casa. Ora sa qual'è il disegno del quadro;
una luce, fortissima, lo illumina.

« ma già volgeva il mio disìo e il velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,
l'Amor che move il sole e l'altre stelle. »