martedì 29 settembre 2009

Rotte vichinghe

Finalmente dopo tanto rimandare sono riuscito a mettere piede in Finlandia! Avevo voglia di sentire la differenza che fa il calpestare la terra degli estoni, popolo nella storia sempre sottomesso, e camminare invece nel territorio dei terribili conquistatori del baltico. Si perchè i finlandesi sono gente che non ha paura e non abbassa lo sguardo. Non c'è timore negli occhi di chi ha dominato il mare del grande nord.
Dopo un'oretta di tranquilla straghettata arrivo a Helsinki. Nell'entrare al porto si superano tante isolette verdi con qualche casetta rossa e l'immancabile bandiera bianca con la croce azzurra. Sceso dalla barca mi imbatto subito nella piazza del mercato, colorata, con tante bancarelle di ortaggi, funghi e pesce fresco. Io son qui per lavoro ma un giretto veloce fra la Cattedrale, il Parlamento e la Chiesa di Roccia me lo faccio.
Poi inizia la parte divertente della trasferta..la missione di spionaggio industriale! Son qui per questo, capire quali concorrenti son qui, con quali prodotti, con che posizionamento. Entro in 3-4 supermercati armato di fotocamera e libretto degli appunti. Mi piazzo davanti al bancone frigo e inizio a scrivere..
Me l'aspettavo che qualcuno prima o poi mi dicesse qualcosa, qui nel grande nord nonappena hanno il sospetto che tu stia facendo qualcosa di strano te lo fanno notare e chiedono spiegazioni.."Sono uno studente dell'universita di Tartu e son qui per una ricerca di mercato sui prodotti italiani del settore caseario, non sto scrivendo niente più che prezzi e peso delle confezioni, può controllare se vuole.." e porgo gentilmente il mio notes alla signora che con aria raggrinzata mi chiedeva cosa stessi facendo da così tanto tempo li fermo. Me l'ero preparata la risposta, c'è rimasta male..
Esco dal supermercato e..dov'è il sole? dopo pochi passi inizia a piovere, forte. Vento gelido dalla Lapponia. La gente di fuori neanche una piega, l'ombrello non sanno che cosa sia.
Son forti questi vichinghi, speriamo abbiano tanta fame e comprino tanto formaggio!
Tornerò a breve qui, prima per parlare con un importatore di food stuff, poi per la fiera del food&wine di fine ottobre.
L'unico lato negativo, positivo per chi deve vendere, sono i prezzi.. alla piazza del mercato ho preso un lohe take away..versione scandinava del fish&chip, solo che al posto del merluzzo fritto c'è un trancio di salmone e delle patate neanche l'ombra..beh, 340gr di salmone, 9,40 euro!
Al terminal del porto la sera, prima di riprendere il traghetto, mi prendo un cappuccino e mi faccio tentare dalla crostatina ai simil frutti di bosco che è ben esposta (ragazzi, era ragù!!!), morale 5,90 euro.
Poi non so se fosse il misto ragù e cappuccino nella mia pancia o il mare grosso ma il viaggio di ritorno è stato come strapazzare le uova nel tegamino. Le ragazze vichinghe a bordo bevevano birra come nientte fosse, mentre io avevo nausea da biochetasi triplo.
Direi che razza vichinga batte razza italica, almeno per ora..

domenica 27 settembre 2009

buona strada, flashback

Dopo essersi infilato la mantellina ed aver assaporato l'ultimo pezzetto di crostata al cioccolato ripartì con le parole del ciclista francese che gli martellavano nella testa.
Come sempre, ad ogni vetta raggiunta, il magone si fa intenso. La salita è una metafora meravigliosa ed ha un unico grande difetto: una volta raggiunta la cima non si può che scendere. Chissà poi se è un difetto, questo. Fa parte della metafora.. quando hai tutto può perdere tutto, ma qui c'è un rafforzativo, quando hai raggiunto la quota massima la devi perdere, non c'è alternativa. Ed è per questo che il tempo soggettivo del salire va assaporato con tutto l'amaro della fatica in bocca, si sta guadagnando l'emozione del traguardo prefissato ben consci che una volta su, alla gioia del salire, subentrerà la tristezza del dover scendere.
Il vento è decisamente frizzante lassu, lo strato di umidità che copre la pianura è come il tappo del contenitore nel quale tutti devono vivere e dentro il quale le regole superano le emozioni. Quando si riesce ad andarci sopra è il cuore a comandare. Ecco perchè c'è tristezza nello scendere, ci si ritorna ad allacciare le cinture della conformità, dell'essere come gli altri si aspettano tu sia.
Eppure è strada anche la discesa. E per la prima volta, grazie alle semplici parole di augurio del ciclista francese, cercò di dare un senso positivo allo scendere, al perdere quota, al ritornare alla partenza.
Forse la chiave di lettura è il prendere coscienza.
Era una giornata speciale per lui, la sentiva tutta sua, si sentiva di poter vivere quelle ore come realmente desiderava di viverle. E la programmava da tempo: le ferie al lavoro, gli occhi sulla cartina già da qualche sera prima, la sensazione di massima libertà già sulla pelle. La scelta della destinazione andava sempre verso una vetta con un significato particolare, ogni anno diverso, ogni anno più intenso.
Il 13 maggio gli ha sempre regalato il sole, il profumo intenso di fiori, le montagne chiare da sembrare ancora più vicine, il cielo ripulito dal vento di primavera.

Complementi (ciò che si aggiunge ad una cosa per completarla)

Oggi, domenica, mi vedo con Henton alle 13 per andare a mangiare qualcosa insieme e discutere. Siamo in una fase in cui abbiamo ancora molto da raccontarci l'uno dell'altro anche se la stima, almeno da parte mia, è gia totale. Ci incontriamo di fronte al negozio Linda Line (traghetti per Helsinki) nel centro commerciale Kaubamaja.. Io giacca beige e pantoloni rossi, lui giacca rossa e pantaloni beige. Visti da distante sembriamo una scacchiera ma è un problema degli altri! Complementi. Andiamo al mio posto preferito, l'ormai famoso Vapiano, dove la pizza è proprio buona e si può giocare a rifinirla con le piantine aromatiche sopra i grandi tavoloni di legno chiaro. Lui poi è sempre contento di andare lì perche è un affezionato del loro caffè espresso piu dolcetto di fine pasto a 50 EEK. Ciò che mi affascina di Henton è che è strepitosamente semplice, a suo agio in ogni situazione, competente in ogni materia, è al suo posto ovunque si trovi. Si vede che ha una grande forza e tranquillità dentro di lui. Parla sei lingue, è un console dopotutto, una persona importante. Ma la sua tranquillità non arriva dalle cariche o dall'importanza sociale. Sembra non avere domande. Il pranzo con lui è sempre piacevole perchè si salta di argomento in argomento con grande agilità. Per lui lavorare, discutere, mangiare, conoscere..tutte queste attività fan parte della stessa attività principale che è vivere. Non c'è tempo per una o per l'altra cosa, tutto è mescolato insieme, cosicchè ogni azione è sostenuta dalle altre. Mi piace molto questo suo modo di fare, non ci si sente mai imbrigliati. Ho iniziato a leggere Heidegger in quinta superiore sperando di aver la forza per arrivare alla fine di “che cos'è metafisica?”..in realtà la forza a quel tempo non era in me, e forse quel libro non rispondeva a nessuna domanda mia di quell'epoca. Per quel motivo, principalmente, mi fermai alla pagina 20. Nel far la valigia per Tallinn “che cos'è metafisica?” è stata una delle prime cose a finirci dentro, sapevo che li avrei trovato alcune risposte. In quello scritto abbastanza breve Heidegger prova a definire la metafisica come l'impianto principale della filosofia, sostenuta dal dualismo fra “l'ente” e il “niente”. Complementi. Sciocchezze formali, solo apparentemente. In realtà a leggere quel libro con la coscenza di oggi il grande tema affrontato crea un divenire di tensione verso alcuni interrogativi ulteriori... è tutto finito ciò che osserviamo? Ha senso continuare a valutare e descrivere la realtà solo con la logica e la ragione? Non serve forse una nuova chiave di lettura dell'esistenza? Purtroppo queste considerazioni sono i temi aperti con i quali il filosofo conclude la sua opera e lascia il lettore solo, senza dare una risposta compiuta. Sempre più spesso mi succede che nel cercare la risposta ad una domanda in realtà spalanco la porta a numerose altre domande, senza arrivare alla conclusione di niente. La domanda si trasforma in altre mille domande. E le risposte, dove sono? Henton mi propone dopo pranzo di andare al Kumu, museo di arte contemporanea estone situato nel grande parco del Kadriorg. Continuo a osservarlo e a invidiare la sua tranquillità, non perchè io non sia sereno, ma perchè sembra che lui non abbia domande. Lui sa dove sono le cose e sa dove andare a cercarle. Io mi sento come un bambino nella sua stanza dei giochi in disordine. Sa che lì dentro c'è tutto, ma deve aprire ogni cassetto ed affannarsi per trovare ciò che sta cercando, e che poi magari aveva davanti al naso chissà da quanto tempo. Il Kumu è un opera molto recente di un architetto estone che ha saputo magnificamente coniugare pietra, legno di quercia, forme tonde, spazi pieni e spazi vuoti, vetro e acciaio. L'interno è un po a metà fra il cortile chiuso del British Museum e lo spazio curvo del Guggheneim di NY. Dentro convivono l'arte repressa estone e la propaganda del periodo della dominazione sovietica come due facce della stessa realtà. Complementi. Anche qui con grande semplicità Henton mi fa comprendere il significato delle opere. Lui rende semplice ciò che è molto complesso, io rendo complesso ciò che può esser spiegato semplicemente. Anche io e lui, forse, siamo complementi. Un unione binaria di domande e risposte, di caos e di ordine, di ricerca e di stabilità.L'obiettivo da oggi è aprirsi a nuovi linguaggi, allargare lo spazio proprio e includere anche ciò che prima non c'era. Far diventare il Niente di Heidegger sempre più piccolo e portarlo un po alla volta dentro all'Ente, fintanto che il Niente sarà davvero Niente e il mio spazio comprenderà la risposta ad ogni domanda.E' solo una questione di spazi da ingrandire. Leggere la realtà con altri occhi e altre aspettative, unire alla logica e alla ragione lo spazio dell'anima e vedere cosa succede li dove ci sono i complementi.

mercoledì 23 settembre 2009

ci vuole diplomazia..

Beh detto da me non fa sorridere, ma se lo dice un console ha tutto un altro valore! Allora ieri sera il buon Henton, senza il quale nella città anseatica sarei perso, chiamandomi si è raccomandato : "Fabio (con la b che quasi è una v date le sue origini cilene), mi raccomando, domani vieni in giacca e cravatta all'appuntamento; è importante presentarsi bene la prima volta, ci vuole diplomazia per conquistare gli estoni".
Iuhuuu ho pensato io! E chi se l'è portata una cravatta nella terra degli orsi?! non bastavano i mutandoni di lana?..cavolo..che ore sono? 20.25.. sarà ancora aperto Stockmann?? chi glielo dice al console che non mi son portato una cravatta? via..volo da Stockmann, grande magazzino finnico a 300 passi da casa, è aperto per fortuna, secondo piano, in fondo nell'angolo, il cesto della cravatte in saldo! ce ne sarà pur una di meno brutta delle altre?? tante fucsia, tante gialle canarino, tante arancione marcio. Solo una, sotto a tutte, azzurrina. Io le cravatte le preferisco azzurre. 298 EEK, meno di 20 euro! Dai, cosi accontento il console.
Stamattina l'appuntamento è alle 11 nella hall dell'hotel Radisson. Qui i posti degli appuntamenti di lavoro si scelgono in base a dove il wifi ha il segnale migliore, sembra che il segnale al Radisson sia una favola. E cosi ci presentiamo elegantissimi con un sorriso a 180 denti (in due). L'incontro è con un pezzo grosso della distribuzione estone che collabora con Vigala, un ex Phillip Morris.
Lui è in stampelle, camicia marrone a manica corta con il taschino aperta fino al terzo bottone, pantaloni semi jeans neri usurati dall'uso e non da Renzo Rosso. Io camicia azzurra polsino bianco cravatta azzurra con nodo Tremonti stretto alla morte. Bene...
Lui parla un bell'inglese oltre (mi dice) al russo, finlandese e estone. Qui è normale che chi ha 35-40 anni parli correntemente 4 lingue: durante la dominazione russa imparavano la lingua della Grande Madre, guardavano la televisione finlandese e appena si son resi indipendenti han lavorato tutti per aziende straniere specialmente americane. Jaak si chiama, è alto e biondo, almeno 100 chili di uomo. Ci sediamo ad un tavolo e parliamo per due ore, lui ordina e beve contemporaneamente una coca cola e un te caldo.
Alla fine sembra incuriosito dalla mia scelta di andare in Estonia e dalla mia decisione nel dirgli che se sono li è per mettermi a sua disposizione e per imparare tutto quel che di buono ha da insegnarmi. Mi dice che sono intelligente e che si vede da come lo guardo, forse la cravatta di Stockmann e il nodo Tremonti han fatto il loro dovere.
Domani farò un primo giro nella GDO con Raul, un suo stretto collaboratore. Gireremo tutti i Selver della città. La prossima settimana sarà bella intensa di cose interessanti: giovedi andrò con lui al comitato acquisti di Stockmann, nei primi giorni della settimana ci faremo l'agognato giro a Helsinki per andare a trovare un grosso importatore di food stuff, nel fine settimana altro giro a Riga nei ristoranti italiani. Spero di conquistare tutta la sua fiducia, l'importanza del mio ruolo qui in Estonia passa di là.
Dopo la chiaccherata Henton mi ha portato a mangiare in un posto filo americano tipo Beefed.. ha pagato lui con la carta di credito, ma ha chiesto a me di lasciare 25 EEK di mancia perchè non aveva contanti.
Storie estoni.
Ci vuole diplomazia.
Tere ohtust!!

lunedì 21 settembre 2009

inizia la bagarre...

Ragazzi dopo una domenica da turista o quasi, oggi, lunedi, inizia la bagarre...
e non siamo qui per questo? siii!
Stamattina diluvio universale alle 8, alle 9 sole splendente. Avevo tre obiettivi per la mattinata: andare alla polizia comunale per registrarmi come residente a Tallinn, aprirmi un conto alla Swedbank, fare un po di spesa perche se continuo ad andare a mangiare fuori mi si sgonfia il portafoglio e mi si gonfia la pancia :)
Alla polizia molto gentilmente mi hanno spedito a prendere il contratto di affitto senza il quale non mi posso registrare. Ci torno appena finito di scrivervi, Henton mi ha portato il contratto e mi ha scritto una lettera di presentazione in estone..(sono raccomandato da un console)..
Alla Swedbank c'è un'accoglienza spaziale, si vede che hanno una mentalità scandinava. Bellissimo il layout della filiale, si capisce subito dove si deve andare a come fare le cose anche se ovviamente è scritto tutto in estone o russo. Tutti parlano inglese, molto meglio di me, ma in qualche modo me la cavicchio. Scopro che gli impiegati hanno la divisa! pantaloni o gonna neri e camicia gialla luccicante..
se mi avessero fatto vestire in quel modo in Italia mi sarei licenziato molto prima dei tre anni!!
Cmq il conto non si può aprire subito, mi han fatto compilare un form di autentificazione coi miei dati e sarà sottoposto a controlli rigidi anticrimine per verificare precedenti o collusioni con tratte di armi droga riciclo di denaro etc. Altro che da noi..
La gentilissima sig.na Tatijana mi richiamerà entro 5 giorni per dirmi se ho le credenziali per aprire il conto.
Momento di grande spasso invece da Stockmann dove ho fatto la prima spesa estone..che figata! ho preso solo prodotti che in Italia non si trovano, grandi quantità di salmone, aringa, mirtilli congelati, salsine locali etc..
Sono molto orgoglioso del mio frigo ora!
E vi chiederete, ma dov'è sta bagarre?
Allora..Henton mi ha dato due missioni: mettermi in contatto con un trader di prodotti alimentari che dovrei incontrare giovedi (foorse parla inglese, forse..) e poi mi ha dato il nr del console cileno in Finlandia, il cui nipote fa l'importatore di alimentari lì. Con questo dovrei trovarmi la settimana prossima a Helsinki e parlare di Vigala. Fichissimo. Prima andrò in missione segreta a Helsinki per farmi un giro ispettivo nei supermercati e capire il più possibile di quel mercato. Forse già sabato..
Vado a vedere se la polizia mi rispedisce a casa per qualche altro motivo ora..
Un abbraccio, a prestissimo!

domenica 20 settembre 2009

colori

Vi scrivo da un tavolo di legno chiaro con una piantina di basilico che mi copre mezzo schermo. marrone chiaro e verde, stan bene insieme.
Il viaggio che mi ha portato quassu è stato un turbinio di colori, un graduale passaggio dal rosso veneziano di sabato sera al rosso infuocato del primo tramonto baltico in Lettonia.
Mi ha proprio impressionato quel tramonto.. dopo circa 2000 km il cielo si è acceso come mai avevo visto e i freddi paesi baltici si sono dimostrati capaci di incendiare il cuore.
Io l'ho preso come un segno, Paolo mi ha insegnato a fare così.
Qui vedo tanto azzurro, il cielo rompe con la sua intensità la vetrata del ristorante in perfetto stile italo-newyorkese..grandi banconi, cuochi coreografici a vista, musica lounge in sottofondo, vetrata sul passeggio. E mi son seduto proprio su un tavolone in vetrata, devo vedere cosa succede.
Ho voglia di vedere nuovi colori.
Tante teste gialle, ma gialle davvero! tanti occhi blu, ma blu davvero!
Io mi sento tanto straniero perchè ho colori che pochi altri hanno.
Qui la gente si siete, mangia, scrive al computer, legge un libro, rovescia bicchieri, si alza e se ne va. Pagando. Malaga è talmente lontana che nessuna sa come si scappa. Ecco, questo posto e Malaga sono agli antipodi sia come abitudini che come colori.
Bella questa storia dei colori. E' passato uno con un cappotto rosso, ma poco rosso in confronto al tramonto sul mare di Riga.
Stamattina un primo giro sulle due ruote a motore umano mi han fatto scoprire i dintorni di Tallinn. Pirita e la sua pineta, coi single track è divertente da fare in mtb! Non pensavo di incontrare altri ciclobikers.. qualcuno ha anche provato a starmi a ruota..seeeeeeh...
Poi ho scoperto un centro storico ancora piu colorato di come me lo ricordavo con una gradevole salitina in pietre e sassi incastonati.
Il contrasto fra il marrone-grigio dei bastioni medievali e il blu-grigio dei grattacieli appena fuori le mura è molto forte e molto affascinante.
Forse son qui perchè devo scegliere da che parte stare: passato solido e rassicurante o futuro fragile e inesplorato? saranno i colori a darmi la risposta.
Sono qui per lavoro ma mai come oggi sento di essere qui per costruire certezze dentro di me. Quando si è soli si devono guardare i colori, fuori e dentro, per capire da che parte si deve andare, che sentiero si deve percorrere. Colori che diventano sensazioni.
Vi abbraccio tutti, venitemi a trovare in questo arcobaleno prima che il freddo lo renda troppo grigio. E se farà freddo e sarà grigio portate la vostra tavolozza che coloriamo insieme.

giovedì 3 settembre 2009

Siamo Pronti!!

Martedi è stata una giornata importante. Ora è tutto pronto. Si aspetta solo la partenza, mercoledi 16 o giovedi 17.
Ieri un messaggio pubblicitario in palestra mi ha colpito l'attenzione: nel cambiamento non c'è dovere, c'è solo volontà, libertà. Si smette di essere ciò che si è e si videnta ciò che si vuole diventare. Il cambiamento è proiezione in avanti.
In questi giorni di rilassamento mi sto rendendo conto di quel che lascio.
Era una tappa obbligata per preparare la mente al Grande Nord.