Questa mattina andando verso Vigala il miei occhi erano pieni di primavera. La lingua di strada che attraversa la foresta era teatro di uno spettacolo bellissimo, il risveglio della Natura. A piccoli passi, ma la direzione è segnata. Nel cielo azzurrissimo le nuvole candide iniziano la loro rincorsa al sole, e si muovono veloci. Gli alberi giocano a svestire il mantello bianco dell'inverno per indossare il verde della nuova stagione. Il sole è un regalo dorato che sembra finalmente riscaldare dopo un inverno di timidezza. Quel che rinasce sono i colori, si esce dall'uniforme bianco dell'inverno e la tavolozza riprende sentimento. Mi sono sentito silenziosamente parte della Natura. Non riuscivo a cogliere il confine fra me e Lei, è stata un emozione autentica.
La primavera qui è diversa, non vanno fatti paragoni. E' più lenta, è piu corta, è meno spumeggiante. E' come tutti gli estoni, timida. Se chiudo gli occhi immaginno davanti le primule e le violette nei tornanti al sole del S.Lorenzo. Qui le forme e i colori sono diversi, si fanno attendere e desiderare di più. Tanto che, spiaggia mare e cielo sono indistinguibili..ancora uniformemente bianchi. Ma ogni cosa a suo tempo. Il tempo, prezioso, va rispettato. E vissuto in ogni istante. Perchè il presente (in ogni lingua) è "un regalo".
sabato 13 marzo 2010
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