venerdì 22 gennaio 2010

Finalmente, dopo 27 anni e mezzo di vita, sto leggendo (e finendo) volentieri un libro. Qualcuno di molto importante qualche mese fa mi ha detto che sono i libri a cercare noi, non noi a cercare i libri, e che ogni libro che ci accingiamo a leggere è arrivato a noi perche siamo pronti ad affrontarlo. "Il canto delle manère" mi è stato regalato dal papà a Natale, 400 pagine che ho pensato difficilmente sarei riuscito a finire. E invece no. Lo sto finendo e non vedo l'ora la sera di sdraiarmi e gettarmi nel mezzo della storia. Storie di boscaioli, di Valcellina, di emigrazione. Di anni di fame, di stufe a legna, di monte Tòc, di boschi. Storie di radici e di malinconia, di fuga dalla propria vita e di tentativo di ricostruirsene una di nuova laggiù, nell'Esempòn (come veniva chiamata l'Austria dagli emigranti friulani di inizio '900). Storie di sentimenti veri e non filtrati, di parole rudi e dirette, di stagioni che cambiano colore accompagnate dai canti e dai toni di diversi animali.
Forse ci piace un libro quando ci immedesimiamo davvero. E per me Santo e la Valcellina sono presente e passato. Santo ora (nel libro) è in Austria e sta imparando a parlare tedesco. Lavora come boscaiolo e vorrebbe tirar su una squadra di boscaioli tutta sua per tornare a casa il piu presto possibile, perchela sua casa è la Valcellina dove ha lasciato proprio tutto.
La Valcellina è per me il giro piu bello in bicicletta. L'ho fatto con tutte le persone piu importanti della mia vita in bici. La prima volta con Marco, quando ancora guardavo i miei compagni di uscite dilettanti come degli ufo ai quali dovevo assomigliare per forza. Poi con Cristiano passando all'andata per il Cansiglio e al ritorno per il Piancavallo, prima della piu bella Campagnolo per risultato ottenuto, nel 2006.
Poi con Ivan, nel 2007, per preparare la Chesini che ancora si chiamava Chesini e non Avesani. Con Ivan ogni pedalata è nel cuore perche con lui non mi sono mai allenato, ho sempre fatto giri in bici, il che è proprio molto diverso. Le fontane, il ruscello, il lago di Braies..mi sembra di passarli adesso con lui di fianco. E su fino al Piancavallo, la pausa brioches e la crisi di fame atroce a Stevenà con il vigneto di uva fragola a salvarmi la vita (e la glicemia!).
Ricordo la Valcellina con la stessa malinconia con cui la ricorda Santo dall'Esempòn.
La Valcellina è una valle silenziosa, solenne, immutabile. Fredda d'inverno e fresca d'estate.
L'ultimo giro della Valcellina l'ho fatto il 14 febbraio scorso. Siamo saliti sul Fadalto che c'erano -4 gradi e mi sembrava il gelo ineguagliabile. Oggi vivo a -20 e mi sembra normale. L'uomo è una bestia che si adatta a tutto, lo dice anche Santo. E' per questo che mi piace il libro, perche io e Santo ci assomigliamo.
Testoni e lontani da casa.

1 commento:

  1. Christian Beltramini22 gennaio 2010 alle ore 13:00

    Le tue parole mi lasciano sempre stregato...

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